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          | :: Focus (28 giugno 2006): |   
       Nuovi media, quali contenuti?
  
        Negli ultimi mesi stiamo assistendo a grandi novità 
          tecnologiche, già disponibili al pubblico o di prossima venuta: 
          telefonini con standard sempre più avanzati, media sempre più 
          integrati, IpTv.
 L'apertura di questi nuovi mercati pone però una sfida molto 
          interessante per i comunicatori, infatti date tutte queste potenzialità 
          tecnologiche quali potranno essere i contenuti che le renderanno interessanti 
          per l'utente comune?
 Il problema è estremamente dibattuto in diversi settori del mondo 
          della comunicazione, è del 12 maggio il convegno di Roma organizzato 
          da Mediaste “E adesso?” dedicato al futuro della televisione, 
          mentre da pochi giorni è uscito il secondo rapporto sui contenuti 
          digitali di Federcomin.
 
           
            |  | Il problema dei contenuti non 
                è di poco conto, alcuni esempi passati, come ad esempio 
                l'insuccesso del sistema Wap sui telefonini, ha dimostrato che 
                senza contenuti interessanti ed utili per l'utente nessuna tecnologia 
                può avere successo.Per contro l'I-mode, lanciato da Wind, è stato sviluppato 
                da alcuni anni dalla Docomo in Giappone ed ha creato un ecosistema 
                di oltre 60.000 siti compatibili, il che ha reso la tecnologia 
                interessante per 40 milioni di giapponesi, tanto che il manager 
                Takeshi Natsuno, incaricato dell'espansione globale, al momento 
                del lancio ha dichiarato a proposito del mercato europeo "Per 
                cominciare ci vogliono tanti buoni siti".
 
 |  Lo stesso problema si pone anche per la televisione digitale terrestre, 
          con questa tecnologia già in una prima fase si possono moltiplicare 
          le frequenze disponibili, passando inizialmente da 11 canali nazionali 
          ad almeno 55, con una potenziale moltiplicazione dell'offerta (ed in 
          un secondo momento dell'interattività) notevole: ma cosa sarà 
          trasmesso su così tanti canali e chi produrrà questi contenuti?Infatti 
          anche in questo caso per dare una garanzia d'utilità, e anche 
          di pluralismo, sarà necessario predisporre dei contenuti per 
          riempire in modo originale i palinsesti di tanti canali, una frequenza 
          in sé e per sé non ha alcuna utilità per l'utente 
          finale se non vi è trasmesso nulla.
 
 Infine mondi ancora tutti da esplorare sono la banda larga mobile, i 
          videofonini, l’iptv, tutti mezzi che oggi utilizzano in gran parte 
          contenuti prodotti per i mezzi già più diffusi.
 Infatti oggi i tradizionali player del content providing stanno spingendo 
          per presidiare tutti i canali con i propri contenuti di vecchio stampo 
          ma questa sembra una strategia limitata nel tempo.
 
 
 Ogni media invece ha i suoi linguaggi ed i suoi spazi, dunque pensare 
          che ad esempio un normale contenuto tv sia appetibile in ogni caso su 
          ogni media on demand è limitativo, la sfida piuttosto è 
          davvero quella di alternare a contenuti pluripiattaforma altri pensati 
          esclusivamente per il mezzo di turno.
 Si tratta quindi di essere lungimiranti e non arroccarsi su strategie 
          di posizione, gli operatori saranno pronti?E’ questa la sfida 
          del prossimo futuro.
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